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Può Blockchain incrementare il livello di resilienza e garantire un progresso sociale?

NAVIGARE LE TECNOLOGIE DELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

A cura di Davide Spinnato, MBA DI COSA PARLIAMO… Negli ultimi giorni stiamo assistendo alla crisi del sistema delle criptovalute. Le cryptovalute sono sistemi disegnati perfettamente per interagire a livello psicologico sull’investitore e cambiare il comportamento umano. Bitcoin, ad esempio, è altamente volatile e in un ambiente altamente volatile è risaputo che soltanto i più ricchi vincono. Eppure sono tanti i piccoli e medi investitori, incentivati da ciò che viene chiamata fractionality, processo per il quale l’investitore può comprare una “porzione di coin” per poche centinaia di dollari. Ciò accade perchè siamo guidati da quello che viene definito “Hyperbolic Discounting”, ovvero la propensione a spendere o ricevere “poco ma subito” piuttosto che cifre più alte in un arco di tempo più ampio (ad esempio, siamo più propensi ad investire quando leggiamo “soltanto 1 euro al giorno”, piuttosto che “365 euro l’anno” seppur il totale sia lo stesso). Pertanto, abbiamo l’impressione di vincere, quando la realtà è che proiettiamo sul mercato un capitale non in asset, il che favorisce l’acuirsi della crisi finanziaria. Inoltre, dal momento che il mercato delle cryptovalute è un mercato unico, non è possibile diversificare il portfolio d’investimento e dunque mitigare il rischio di perdite. Ci chiediamo, quindi, come possiamo sfruttare I trend e le nuove tecnologie, come Blockchain, per le sfide sociali portate dalla quarta rivoluzione industriale. Quali sono le best practice da cui possiamo trarre ispirazione e gli elementi comportamentali che dovremmo supportare per uscire dallo stallo sociale e finanziario in cui ci troviamo?

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LE SUE SFIDE

Anche se l’evoluzione è un processo nato con l’universo, l’evoluzione tecnologica, sociale e umana che abbiamo sperimentato negli ultimi cento anni è fuori di ogni immaginazione ed anche preoccupante in qualche modo. Abbiamo vissuto tre rivoluzioni industriali, dove l’industria e l’informazione sono state la base dell’evoluzione che ha costruito le società come le vediamo oggi. Ma la quarta rivoluzione industriale è caratterizzata dall’Era Cognitiva, dove la tecnologia imita ciò che fanno gli umani, e così la realtà diventa hardware ed il mondo digitale il software della società. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica porta con sé molteplici effetti negativi. Nell’evoluzione del lavoro, ad esempio, assistiamo al declino della classe operaia, che viene quindi esclusa dal progresso tecnologico. Aumentano quindi le distanze sociali, culturali ed economiche, perché il progresso spesso non è supportato da un ecosistema e un’infrastruttura che incoraggi l’inclusione. La metrica che abbiamo sempre utilizzato per valutare il progresso – anche in termini di competitività – è il PIL a livello macroeconomico (Esposito et al., 2017). Oggi, grazie al Social Progress Imperative ed al lavoro di Michael Porter, valutiamo lo sviluppo attraverso il Social Progress Index (SPI), che include 50 fattori sociali e ambientali, e misura componenti come i bisogni umani di base ed il progresso sociale. La quarta rivoluzione industriale rappresenta un’aspirazione, che rivede il modo in cui le parti interessate, le ONG, le imprese e i governi creano valore per la società. Non dobbiamo, quindi, concentrarci solo sull’efficienza, ma l’innovazione dovrebbe accrescere gli esseri umani nell’affrontare le sfide dei trends globali e le loro implicazioni, come mostrato di seguito (Esposito, A transformed Context Post Pandemic Designs, 2020) A proposito di effetti negativi, la mobilità sociale dovrebbe essere incoraggiata dal settore pubblico e privato attraverso l’impatto che le aziende hanno sul mercato e la loro influenza sui consumatori. Kramer e Pfitzer, parlando dell’ecosistema del valore condiviso nel 2016, affermavano che la collaborazione tra stakeholder privati e pubblici dovrebbe portare un valore sociale tangibile che aiuti l’umanità. Esempi come quello di Enel in Italia – che previene 93 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili – ci permettono di capire come sia fondamentale a livello corporate guidare le transizioni economiche, energetiche e sociali. Spesso, il termine sostenibilità viene associato alla green economy, ma la sostenibilità oggi è un concetto molto più ampio, e possiamo descriverlo come una situazione in cui l’efficienza incontra il valore sociale nella creazione dell’ecosistema della quarta rivoluzione industriale. Quello che Yara – leader nell’industria di fertilizzanti – ha compiuto in Africa, dimostra che alla base della progresso sostenibile devono esserci causalità e scopo degli stakeholder. Alcune startup, ad esempio, basano il loro successo su un chiaro scopo sociale, come in Net Positive Labs di Josh Entsminger ed il suo modello di circular economy. Oggi, al centro del progresso sociale ci sono nutrizione e assistenza sanitaria. Due aspetti fortemente correlati alla sostenibilità, ma spesso sottovalutati. Lo sport potrebbe essere un fattore determinante per influenzare lo sviluppo sociale e creare l’ecosistema necessario per la quarta rivoluzione industriale attraverso aspetti psicologici, fisici e sociali. Tuttavia, notiamo un limite fondamentale nella mancanza di adattamento al progresso.

LA RIVOLUZIONE SOCIALE ATTRAVERSO IL PROGRESSO TECNOLOGICO

Durante le prime tre rivoluzioni industriali, abbiamo parlato dell‘internet delle cose e dell’informazione. Nella quarta rivoluzione industriale, e attraverso la blockchain, si parla di internet del valore. L’idea alla base della tecnologia blockchain è stata presentata nel 1991 quando i ricercatori Haber e Stornetta hanno introdotto una soluzione computazionalmente pratica per documenti digitali chiamati smart contracts, affinchè garantissero di non essere retrodatati o alterati. Una blockchain è un database che memorizza i blocchi crittografati di dati, quindi li concatena insieme per formare una singola fonte cronologica di “verità” per i dati. Ogni blocco ha un complicato problema matematico da risolvere prima di essere validato, così come i blocchi successivi che formano la catena. Ogni blocco (ad esempio, Bitcoin) è costituito da dati e dal suo hash, il numero di identificazione univoco di ogni blocco. Blockchain rappresenta un “cassetto dati” condiviso e decentralizzato difficile da decifrare perché richiede molto tempo per risolvere i problemi di tutti i blocchi della catena – l’hacker, infatti, dovrebbe possedere il 51% della catena e riscriverla con gli stessi codici ­- e ogni proof of work richiede dieci minuti per essere convalidata, garantendo così maggior affidabilità dei dati, sicurezza nella conservazione e riducendo il rischio di manomissioni. La tecnologia blockchain è diventata famosa grazie a Bitcoin e al sistema di pagamento veloce con commissioni più basse, superando i limiti del tradizionale sistema bancario relativi a tempi (le transazioni bancarie richiedono giorni se non mesi), rischi (un sistema bancario centralizzato è facile da hackerare) e costi (i tassi di interesse o le commissioni medie possono raggiungere il 20%). Il mondo del fitness sta già lavorando nella blockchain, e un esempio è quello di Wellbe, che sfrutta la tecnologia blockchain e gli smart contract per rivoluzionare il settore del fitness creando una riserva di valore e utilizzando il token chiamato WELB per i suoi utenti. Lo scopo di questa iniziativa è quello di aiutare le strutture dell’industria del fitness a innovare e uscire dalla crisi. Un altro esempio è il World Food Program, che dal 2017 utilizza la tecnologia blockchain per mettere restrizioni su quanto cibo gli individui possono acquistare in un determinato periodo e per accelerare le donazioni per i rifugiati in Siria.

PER CONCLUDERE…

Alla domanda se Blockchain sia una tecnologia matura e sostenibile, utile a supportare la quarta rivoluzione industriale e a portare valore nella società, rispondiamo decisamente di si. Ma nella quarta rivoluzione industriale è fondamentale educare al cambiamento e stimolare l’adattamento positivo alle nuove tecnologie, perchè l’epicentro della loro azione rimanga il progresso sociale. Testi Citati
  1. Bagnasco, G. (2017, Feb 13). Per l’Italia del rugby passivi sempre più pesanti. Retrieved from Sole 24 Ore: https://www.ilsole24ore.com/art/per-l-italia-rugby-passivi-sempre-piu-pesanti-AEpnjwU?refresh_ce=1
  2. Esposito, M., Altukhov, A., & Shulguin, A. (2017, Sep 1). The links between economic growth and social progress. Retrieved from World Economic Forum: https://www.weforum.org/agenda/2017/09/the-most-competitive-countries-are-also-the-most-progressive/
  3. Esposito, M. (2020). A transformed Context Post Pandemic Designs. Hult Ashridge.
  4. Esposito, M., & Tse, T. (2016). Thrive in the New Normal, DRIVE in Uncertainty. ResearchGate.
  5. Kramer, M., & Pfitzer, M. (2016). The Ecosystem of Shared Value. Harvard Business Review. Retrieved from Harvard Business Review: https://hbr.org/2016/10/the-ecosystem-of-shared-value
  6. SPI. (2018). Social Progress Index. Retrieved from SPI: https://www.socialprogress.org
  7. World Food Programme. (2017). Blockchain Against Hunger: Harnessing Technology In Support Of Syrian Refugees. Retrieved from https://www.wfp.org/news/blockchain-against-hunger-harnessing-technology-support-syrian-refugees

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